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Detriti in spiaggia a Marina,

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Detriti in spiaggia a Marina, il Comune regala gli alberi per risparmiare

Per operare più rapidamente e sgombrare le tonnellate di detriti portate in spiaggia dalla piena dell’Ombrone, da sabato 29 agosto il litorale grossetano è diviso in cinque sezioni. In ognuna opera una ditta: quella che a suo tempo ha vinto l’appalto per la pulizia della costa e altre quattro aziende private che sono state individuate e contattate dal gruppo di lavoro organizzato dall’Amministrazione comunale, con in più il supporto del Consorzio di bonifica.
Ogni ditta dunque agisce in un preciso spazio di competenza: gli operatori accatastano il materiale che si trova sulla spiaggia e in mare, soprattutto tronchi e ramaglie, i “granchi” successivamente afferrano i detriti e li caricano su camion attrezzati per viaggiare anche nell’acqua bassa che li conferiscono nei cinque punti di stoccaggio, uno per ogni zona. Ne sono stati allestiti ad esempio davanti alla colonia di San Rocco e in piazzale Tirreno a Principina. Lì potranno rimanere fino a 60 giorni per essere poi conferiti in discarica.
A regolare lo smaltimento c’è infatti l’ordinanza 2/2015 emessa dalla Regione Toscana: tutto il materiale portato sul litorale dalla piena dell’Ombrone va considerato rifiuto e stoccato, lì può essere poi selezionato per capire che cosa possa essere recuperato senza lo smaltimento in discarica.
E qui sta la speranza del Comune. Ogni quintale di rifiuti portato in discarica a Civitella Marittima costerà infatti all’ente 80 euro più il trasporto e visto che sul litorale sono spiaggiate 10mila tonnellate di materiale il rischio è quello di un vero salasso. “Soltanto la pulizia delle spiagge col conferimento dei rifiuti nei punti di stoccaggio ci costerà non meno di 200mila euro - ammette il sindaco Emilio Bonifazi - Per il conferimento in discarica invece ci vorrà quasi un milione di euro”. Soldi che andranno trovati nelle pieghe del bilancio, attingendo dove possibile visto che le spese vanno ben oltre il budget del fondo straordinario per le emergenze. Ma potrebbe esserci un’ancora di salvezza, sia pure parziale: “Vista la possibilità di riciclare parte dei rifiuti abbiamo contattato ditte della zona che si occupano di cippato e che potrebbero prendere gratuitamente il legname per poi lavorarlo. In questo modo sgraverebbero il Comune di buona parte dei costi di smaltimento, facendoci risparmiare circa 400-500mila euro”.
L’altro problema riguarda i tempi per riportare la spiaggia grossetana alla normalità: “Contiamo di ripulire tutto il litorale entro la metà della settimana - anticipa il sindaco - Operiamo su tutta la costa ad eccezione di quella che fa parte del Parco della Maremma, ma quel che preoccupa maggiormente è la presenza di molto materiale in mare. Il giorno puliamo e la notte i rifiuti continuano a spiaggiare. Non solo, le correnti potrebbero portare molti detriti al largo, spargendoli in un’ampia zona”.
Brutte notizie insomma per gli amanti dei tuffi. Su tutto il litorale del comune di Grosseto resta in vigore il divieto di balneazione e probabilmente ci vorranno giorni, forse addirittura una settimana, per la revoca. Le analisi dell’Arpat successive al primo campionamento hanno evidenziato dati meno negativi, ma ancora abbondantemente oltre i parametri. “Aspettiamo per lunedì 31 agosto i nuovi dati - dice Bonifazi - per capire come si sta evolvendo la situazione”.
Il sindaco non ci sta poi a porgere l’altra guancia sulle critiche piovute addosso al Comune per aver sottovalutato il problema: “Dall’esterno si fa presto a giudicare, ma prima abbiamo dovuto definire burocraticamente come catalogare il materiale, ovvero un rifiuto, poi interpretare bene l’ordinanza della Regione, quindi capire dove stoccare e anche chi, tra le ditte locali, abbia l’autorizzazione al trasporto di rifiuti. Perché non possiamo chiamare aziende scelte a caso. Si può sempre fare meglio, ma situazioni del genere sono difficilmente gestibili anche prevedendole, perché assolutamente straordinarie. Un evento del genere non si era mai visto”.

Dal Corriere di Maremma, Articolo di Stefano Straccali

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